Cultura sostenibile
Finanziamenti alla cultura.
Lo Stato, l’Europa, che forniscono denaro ad associazioni culturali, teatri, cinema… Difendere la cultura è giusto, non c’è ombra di dubbio, ma in che modo e in che misura?
E’ corretto fornire denaro a una fondazione di musica perennemente in perdita? Vano salvati i teatri falliti? Perchè? Fino a che punto?
Spesso la risposta che mi viene fornita a queste domande è “le Istituzioni devono proteggere la cultura… la “gente” va a vedere i cine-panettoni quindi, senza finanziamenti, la cultura muore”. Ritengo ci sia grandissima arroganza in queste dichiarazioni: chi ha stabilito che il cine-panettone non va aiutato e invece una retrospettiva su Checov si? Ma soprattutto, prchè “lo Stato” dovrebbe finanziare cinema, associazioni e teatri per acculturare le persone? Per questo scopo non sarebbe più corretto finanziare maggiormente le scuole, che sono l’istituzione preposta all’educazione?
Nel mio piccolo, ho sempre pensato che un aiuto alla crescita di nuove realtà sia sacrosanto: un modo come un altro per evitare l’assolutismo delle aziende con grandi portafogli. Penso però che i “finanziamenti pubblici” andrebbero distribuiti con maggiore attenzione e richiedendo più programmazione: se apro un teatro o una scuola di musica, non devo contare sull’aiuto del pubblico, ma avere in mente un business plan sostenibile, dove l’eventuale finanziamento pubblico mi servirebbe ad accelerare la mia crescita e quindi ad arrivare prima al “break-even-point”.
Sbaglio?