Distacco

L’insensibilità con la quale si scrive sui social è impressionante.

Ci si ritrova a scrivere cattiverie più o meno palesate consapevoli e fintamente insicuri che le vittime delle nostre frasi pungenti stiano lì a leggere. Chi non ha il coraggio di dire in faccia ciò che pensa, tira il sasso sperando che la mano non si distingua tra la folla. In passato anche io sono caduto in questo errore e ancora oggi ne pago le conseguenze, intime e stancanti. Ti ritrovi a leggere mezze affermazioni, commenti che fingono un’intesa e ti viene il sacrosanto dubbio che gli attori coinvolti stiano parlando di due argomenti diversi crogiolandosi entrambi sulla speranza d’essersi intesi. Chi non ha il coraggio di parlare del nuovo morto; chi non riesce a indignarsi per l’ingiustizia di turno.

Ecco perchè non pubblico sui social miei fatti personali, riferimenti ambigui o cose che non siano indubbiamente e oggettivamente piacevoli: condivido sui social ciò che mi fa felice per regalare un poco della mia felicità agli altri.

Ecco perchè per riflettere scrivo un blog. Questo spazio è mio… e se non ti va di confrontarti con me, puoi scegliere di non entrare, di non leggere, di non commentare.

Questo spazio è mio. E non è social. E’ personale. Fieramente, onestamente, sensibilmente, individualmente personale.