Le regole per criticare
Il tempo dei social ha reso più facile criticare, esprimendo numerose critiche che riescono ad avere seguito e supporto. Esprimere dissenso è più facile che confermare apprezzamento: richiede meno impegno e giustifica il distacco del pigro.
Quali sono, però le regole per stilare una buona critica? Sia essa cinematografica o di altro genere?
Criticare in 4 mosse
- Bisogna conoscere il soggetto: criticare uno spettacolo perchè ne ho visto i primi cinque minuti non va bene, mai. L’autore potrebbe aver volutamente realizzato un’opera spiazzante per il 90% del tempo per poi, sul finale, ottenere un enorme colpo di scena… se non sei arrivato all’ultima pagina, la tua non è una critica.
- Bisogna approfondire il contesto: per poter dire che “questa serie tv è la migliore del 2000” devi avere visto tutte le altre. Se vuoi sostenere che un testo è “banale e già sentito” devi dimostrare che testi precedenti avevano già esasperato l’argomento.
- Bisogna differenziare il giudizio: dichiarare che “il libro fa pena” non è una critica… equivale a dire “non mi è piaciuto”. Si deve, compatibilmente allo spazio messo a disposizione del medium ospitante, analizzare punto per punto i vari aspetti dell’opera.
- Bisogna motivare il parere: dire che una canzone è “populista” non vale se non lo dimostri. Devi individuare nel testo le frasi che riprendono argomentazioni contenibili nella definizione che hai dato. In modo oggettivo.
Se non hai rispettato anche una sola di queste regole, la tua non è una critica ma una semplice opinione personale. Che la legge tutela. E che quindi tu puoi esprimere. Ma se la tua opinione travestita da critica ha causato danni, sappi che ne dovrai rispondere e che, in ogni caso, equivale a condannare qualcuno per un crimine senza averne le prove.