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Son sabbia i minuti (Charles Baudelaire)

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Pokémon Go, i giochi, i social

Era il 2014 quando a un tavolo dell’Osteria del Gran Fritto di Cesenatico, due siciliani, un sardo e due americani chiacchieravano del futuro di Pokémon… no, non è una barzelletta.

Complici alcuni bicchieri di troppo e l’ora tarda, due anni fa si parlava di come i Poket Monster potessero finire all’interno dei dispositivi android e oggi, a due anni di distanza, giochiamo a catturare Pikachu in giro per le strade delle città.

pokemon dayChe sia “giusto” o “sbagliato” non è di mio interesse. Quando io ero piccolo, col PC1 scavavo tunnel sparando a degli pseudo-scarafaggi, poi sognavo il Super Nintendo per schiacciare tartarughe vestito da idraulico, oggi aspetto Natale per avere del tempo e finire Diablo 3. In tutto questo ho preso la maturità, una laurea, mi sono sposato e convivo col cane Giummo… la teoria secondo la quale i videogame rendono le persone disadattati asociali non mi ha mai convinto.

Ricordo di quando lavoravo alla Ludoteca Jumanji e di come alcuni bambini imparavano a leggere e far di conto con le carte dei Pokémon: che questa sia l’ennesima occasione dove il problema non è il mezzo ma l’uso che se ne fa?

Nella mia positività non posso che vedere il bicchiere mezzo pieno: quarantenni e preadolescenti vanno in giro, si muovono, socializzano e imparano anche il nome di qualche monumento. Quindi, se volete far polemica passate pure avanti… se invece sapete dove posso trovare Charizard, fate un fischio!

PS: Nel video, dal minuto 3 in poi, dovreste riconoscere delle facce…

9 pensieri riguardo “Pokémon Go, i giochi, i social

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